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Caro Babbo Natale, portaci qualcosa di nuovo…ma anche di vecchio, anzi di antico...

25-12-2024 06:00

Alessandro Fragalà e Giuseppe Rapisarda

Calcio, cronaca, Focus, catania fc, calcio, calcio catania, babbo natale,

Caro Babbo Natale, portaci qualcosa di nuovo…ma anche di vecchio, anzi di antico...

Con un pizzico di fantasia, intrisa di realismo, abbiamo immaginato cosa vorrebbero da Babbo Natale i tifosi del Catania in vista del nuovo anno

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Caro Babbo Natale, per il nuovo anno portaci l'inaspettato, la promessa mantenuta. Qualcosa che, magari, abbiamo smesso di sperare e di credere sia possibile da realizzare. 
 

Portaci il Rinnovamento. 
 

No, evidentemente non sono bastati il drammatico fallimento di 3 anni fa, quel dicembre che gelo' il cuore, e le lacrime di aprile, le lacrime non più trattenute in quell'addio tra le bandiere al vento ed i singhiozzi a Torre del Grifo, quando fummo cacciati dal campionato che stavamo onorando e che avremmo di certo onorato fino all’ultima giornata. Non è bastato restare senza calcio, ripartire dai dilettanti, tornare in Serie C per prendere la rincorsa che attendiamo da 10 lunghi anni. Non è bastato trovare un imprenditore australiano che si dice un po' siciliano per svoltare davvero come speravamo. 

 

Intorno al Catania, inteso come concetto che fa riferimento al calcio catanese, ci sono sempre le stesse persone, le stesse facce e, lo dice la cronaca, gli stessi risultati.

 

Caro Babbo Natale, è il momento di resettare. Sì perché anche chi è giunto dall’Australia sembra si sia  perfettamente integrato nel sistema catanese che non profuma di antico ma solo di vetusto, superato, perdendo quella purezza essenziale per aprire realmente un nuovo corso. L’interesse comune ha lasciato spazio ai tornaconti privati dei singoli o di piccoli gruppi di potere intrisi nel dna di una città che, per certi aspetti, appare ancora inguaribile dai vizi antichi. Il business prima del risultato, il marketing ad ogni costo prima dell’aspetto sportivo. Sono tutti elementi ormai necessari nel calcio moderno, ma che se non sai gestire diventano un boomerang che difficilmente puoi scansare. Si perché se metti al primo posto il business ed i tuoi bilanci sono nettamente in rosso, nonostante ti abbiano fatto spendere una cifra che varrebbe una salvezza in serie A, significa che c’è qualcosa che stai sbagliando. 

 

Caro babbo Natale, sbagliare è umano, ma perseverare è adesso diabolico.  

 

Caro Babbo Natale, insieme a facce nuove al Catania portaci anche la competenza. Oh questa sconosciuta. 
La competenza di chi per talento naturale o perché ha studiato o perché si è aggiornato, è capace di fare sport da dietro la scrivania e di vincere. Che sia calcio o altro. A Catania di dirigenti sportivi competenti ne abbiamo. Sono bravi e vincono, altrimenti Catania non sarebbe la città più scudettata d’Italia.

 

Caro Babbo Natale, nel nuovo anno portaci un campo di allenamento degno di questo nome o, magari, qualcosa che sia simile ad un centro sportivo oppure fai uno sforzo, illumina le menti grette e riportaci Torre Del Grifo li dove salutammo per l'ultima volta il '46,il sogno più grande mai fatto insieme da una intera città. Perché, purtroppo, a parte l'affetto che ci lega allo storico “Cibalino”, lo stesso oggi non è impianto adeguato a sostenere gli allenamenti di una formazione professionistica. 
 

Che vuole vincere, che in C, deve vincere. O provare a farlo con tutti i mezzi possibili.

 

Caro Babbo Natale, se ci riesci nel nuovo anno portaci, anzi riportaci il nome e il logo che hanno fatto la storia, che sono la Storia ed a cui siamo profondamente legati. 

 

Sono irrinunciabili. Un minuto è lungo da morire se non è vissuto accanto a loro per una intera generazione di tifosi. Pensaci tu dato che chi avrebbe dovuto averne competenza e comprenderne il valore simbolico, ancora, non ci è riuscito o, forse, non ha avuto la giusta voglia di riuscirci, nascondendosi dietro scuse che anche un giovane avvocato agli inizi della carriera saprebbe smontare facilmente. 

 

Riportaci nome e logo perché è giusto così. 
 

Perché la storia è una sola, ed una soltanto ed attende di essere ricucita. Perché la storia ci racconta di giovanissime vite spezzate in nome di quel nome, Calcio Catania, e di quel simbolo. E’ giusto farlo anche per loro e perché ciò è parte irrinunciabile di Catania. 

Di una città che, nonostante le sue numerose contraddizioni, riesce ad unirsi attorno ai colori ed alla maglia della propria squadra di calcio.

 

Sarebbe troppo banale chiederti di portarci dei nuovi giocatori per il nuovo anno. Arriveranno. Ti chiediamo di portarci dei giocatori che siano anche uomini veri e che si innamorino di questa maglia e di questi colori. 
 

Forse abbiamo esagerato. Ma permettici un’ultima richiesta.

Caro Babbo Natale, insieme a tutte queste cose nuove, portaci anche qualcosa di vecchio. Riportaci la magia degli anni della promozione e degli anni della Serie A. 

 

Riportaci insieme alla competenza, il sentimento condiviso di identità ed appartenenza, l'orgoglio di far parte di un unico destino.

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