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C'è un'idea condivisa alla base del progetto Katane Basket

23-01-2025 06:00

Alessandro Fragalà

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C'è un'idea condivisa alla base del progetto Katane Basket

Andiamo a conoscere l'universo Katane Basket che prosegue la grande tradizione catanese nella pallacanestro femminile

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Un conto è praticare e parlare di sport. Un conto è fare sport, gestirlo e investire per fare in modo che i ragazzi e le ragazze facciano sport.

 

Chi sta dall’altro lato della barricata, soprattutto a livello dilettantistico, non di rado lo fa per passione e non certo per business, perché è davvero complicato fare business. I costi di gestione, ormai, sono troppo elevati. Spropositati si potrebbe aggiungere. 

 

Unica via è l’unione e la progettualità. Un po’ come successo quando è nato il progetto Katane Basket. Un progetto dedicato alla pallacanestro femminile che, nel catanese, ha storicamente avuto un discreto appeal, con picchi anche importanti e che può vantare, cosa più unica che rara, un palazzetto di proprietà, il PalaKatane che si trova a Motta Sant'Anastasia al confine con Misterbianco.  

 

E come ci spiega il presidente Antonio Aleo, il progetto Katane  “nasce da un’idea condivisa dalle due maggiori espressioni femminili catanesi (Lazur e Rainbow ndr). Abbiamo pensato che unendo le forze sia quelle dello staff tecnico e dirigenziale, sia quelle delle atlete, potevamo ancora provare a competere con altre realtà nascenti o esistenti”. 

 

Un’idea che ha portato a?

 

“Grazie a questa idea – prosegue Antonio Aleo - sono nate ottime collaborazioni nella provincia. Collaborazioni che ci permettono di fare un campionato senior B ed uno senior C, quest’ ultima scelta è dovuta al fatto che non è stato organizzato il campionato under 19 femminile, ma non ci siamo posti il problema e abbiamo optato per fare il secondo  campionato con 10-12 under 19 e under 17 che, peraltro, rappresentano anche lo zoccolo duro della nostra serie B. Poi partecipiamo anche ad un campionato under 14 femminile”.

 

Della serie, chi più ne ha, più ne metta. E’ un azzardo dire che l’obiettivo è la Serie A2?

 

“Prendendo in considerazione il grande lavoro che stiamo facendo ed osservando anche quello che succede in giro, beh non lo escludo”.

 

In Sicilia e in particolare nel catanese c’è una grande tradizione nel basket femminile, possiamo dire che forse è anche maggiore rispetto al maschile?

 

“La tradizione femminile in Sicilia è nota con diversi campionati in A1, A2, scudetti, coppa dei Campioni e coppa Italia. Per quanto riguarda la città di Catania il campionato più d'interesse nazionale è stato quello di A2 femminile e fin quando è esistita la B di eccellenza, poi trasformata in A3. In effetti possiamo dire che la tradizione è maggiore rispetto al settore maschile tra le giovanili, se è vero che Catania vanta addirittura uno scudetto giovanile 5vs5  e uno 3v3, conquistati dalla Lazur. Lo scudetto 3vs3, peraltro, è un evento unico per il sud Italia da Napoli in giù”. 

 

Partecipate al campionato di Serie B femminile, quali prospettive, quali ambizioni?

 

“A questa credo che debba rispondere il nostro Team Manager, nonché vice allenatore in Serie B, Davide Caltabiano”. 

 

Non ci rimane che girare il quesito. 

 

“Le prospettive – ci spiega Davide Caltabiano - sono delle più rosee, nel senso che rispetto agli anni passati abbiamo alzato un po' l'asticella con alcuni innesti tra cui una giocatrice straniera, Yana Katerynchyk  che sta fornendo un contributo eccezionale, come Francesca Amico. Con noi, poi, oltre a coach Silvia Gambino, che sta facendo un lavoro incredibile, ci sono anche Ileana Aleo e Marzia Ferlito, che sono come due allenatrici in campo, ci danno una mano nei momenti chiave ma soprattutto fanno da guida alle più piccole che stanno riuscendo a tenere con merito il campo grazie al carattere, la forza di volontà e la voglia di crescere"”.

 

E quindi le ambizioni sono importanti?

 

“Le ambizioni sono quelle di migliorarci ogni anno di più. Quest'anno a tre partite alla fine del campionato già possiamo ritenerci soddisfatti ma abbiamo ancora fame e vogliamo dire la nostra anche in chiave playoff. Lo faremo senza pressioni, ma con la consapevolezza di volerci divertire e voler ancora una volta far crescere il gruppo perché ogni partita è per noi
motivo di crescita e di insegnamento”.

 

Una domanda personale. Da giornalista ad allenatore il passo non è poi così breve. Ci racconta la sua storia?

 

“Diciamo che ho vissuto e continuo a vivere il basket, veramente, a 360 gradi. L'ho vissuto da giocatore, l'ho vissuto e continuo a viverlo da allenatore e l'ho vissuto da giornalista. La cosa che mi ha sempre affascinato è quello di poter vedere il basket da diverse prospettive. Una particolarità che mi ha permesso di poter imparare tanto e di poter scorgere magari alcuni lati che altre persone non hanno avuto la fortuna di poter vedere. Alla base c’è soprattutto una grande passione che mi ha mi ha portato a credere ancora in questo meraviglioso sport”. 

 

Ed oltre alla passione, ora ha trovato anche il posto giusto?

 

“La Katane è il posto giusto dove credere in una crescita personale, ma soprattutto credere in quelli che sono i miei valori dello sport: condivisione e passione comune, rispetto della propria persona ma anche e soprattutto dell'avversario”.

 

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