
La storia del Calcio Catania 1946 non è finita. Piano piano, infatti, giungono a riva le prime risposte giudiziarie al fallimento del calcio Catania 1946.
Con un provvedimento del 23 gennaio scorso ad istanza della curatela Finaria (holding di Nino Pulvirenti) e della curatela del Calcio Catania spa è stata, infatti, avviata la liquidazione giudiziale di Sigi ovvero il suo fallimento.
A qualcuno potrebbe sembrare notizia di poco conto, ma così non è.
Nella parte motiva del provvedimento, infatti, è possibile ricavare elementi di valutazione e giudizio sulle vicende che hanno portato alla conclusione della storia del massimo sodalizio sportivo catanese dal dopoguerra.
LA GENESI DEL PROVVEDIMENTO. All’acquisizione da bando redatto dallo stesso Tribunale, Sigi si obbligò a contrarre polizza di garanzia propria in sostituzione di quella prestata da Finaria per le obbligazioni assunte dalla holding di Pulvirenti per i debiti del Calcio Catania con particolare riferimento alle rate di mutuo gravanti su Torre del Grifo. Pare proprio che diversamente da ciò, che costituiva elemento essenziale per l'acquisto del Calcio Catania stesso, Sigi abbia gestito il centro sportivo di Torre del Grifo senza liberare Finaria dalla polizza a garanzia.
Dopo il fallimento del club rossazzurro il Credito sportivo ha bussato alle porte di Finaria non trovando, come avrebbe dovuto, la garanzia Sigi. Questo ha appesantito la massa passiva della holding di Pulvirenti, causandone un danno rilevante.
Come spesso avviene e come si potrà notare anche in questo caso, la realtà processuale è diversa dalla “vulgata pubblica” e chiama di nuovo in ballo la gestione dei soci Sigi tanto da produrne il fallimento su richiesta di chi cura gli interessi della precedente proprietà del Catania.
Ma c'è un altra ragione, a considerazione del Tribunale, che comporta e avalla il fallimento di Sigi. Quest’ultima, infatti, non avrebbe restituito a suo tempo al Calcio Catania spa, controllato dalla stessa Sigi, gli introiti derivanti dai diritti di sponsorizzazione incassati per conto del club calcistico. Inammissibile per il Tribunale qualunque ipotesi di compensazione per crediti a sua volta asseriti da Sigi verso il Calcio Catania. Da verificare, una volta fallito il Catania (per la stessa mancata ricapitalizzazione Sigi, ndr) ed applicandosi alla stessa la normativa fallimentare.
Si tratta di un provvedimento, immediatamente esecutivo, a cui Sigi potrà presentare ricorso, come previsto dagli organi di legge. Ovviamente Sigi potrà reclamare il provvedimento che allo stato è immediatamente esecutivo.
Con la liquidazione giudiziale di Sigi si chiude, a meno di clamorosi e ulteriori colpi di scena, una pezzo di storia che, a molti, aveva fatto sperare in un rilancio vero del calcio catanese.
Da quanto emerge Pulvirenti e la sua holding appaiono come la parte danneggiata della vicenda. Peraltro, sempre in base al provvedimento, è lecito pensare come il Calcio Catania, con quelle risorse non riversate nelle casse sociali, avrebbe potuto evitare l'onta di essere escluso dal campionato di serie C in corso.
Al di là delle buone intenzioni e volontà sincere di alcuni soci all'interno della Sigi, pare proprio di capire che ciò che doveva essere il rimedio ai guai del Calcio Catania, si è, in fondo, rivelato se non peggiore del male primordiale, di certo inefficace a guarirlo e a salvarlo dalla sua fine.