
Lo sport non è solo gioco e divertimento.
O meglio, lo è, ma solo per chi lo pratica.
Ma per fare in modo che qualcuno lo pratichi, deve esserci chi lo gestisce e lo finanzia.
Un soggetto o un insieme di soggetti che, nella maggior parte dei casi, sono dei privati.
Negli ultimi anni il mondo della burocrazia dello sport ha attraversato un’importante fase di trasformazione normativa, con l’obiettivo di migliorare la gestione delle associazioni e di garantire una maggiore tutela per i soggetti coinvolti.
Uno degli aspetti più rilevanti della recente riforma dello sport riguarda la responsabilità patrimoniale del presidente di un’associazione sportiva dilettantistica (ASD) o di una società sportiva dilettantistica (SSD).
LA RESPONSABILITÀ PATRIMONIALE NELLE ASSOCIAZIONI SPORTIVE. Tradizionalmente il presidente di un’associazione ha sempre risposto personalmente delle obbligazioni contratte dalla stessa, in particolare quando l’associazione non disponeva di risorse economiche sufficienti a far fronte ai propri debiti.
Questo principio deriva dalla natura giuridica delle associazioni non riconosciute, che non godono di personalità giuridica e, di conseguenza, non garantiscono una netta separazione tra il patrimonio dell’ente e quello personale dei dirigenti.
LE NOVITA’ DELLA RIFORMA. La riforma dello sport ha introdotto un’importante innovazione in merito alla responsabilità patrimoniale del presidente e degli organi direttivi delle associazioni sportive.
Secondo le nuove disposizioni, se l’associazione è iscritta al Registro Nazionale delle Attività Sportive Dilettantistiche (RASD) e rispetta determinati criteri di trasparenza e gestione, i dirigenti non rispondono più con il proprio patrimonio personale per le obbligazioni dell’ente, salvo i casi di dolo o colpa grave.
Questo cambiamento rappresenta un passo significativo verso una maggiore tutela per i volontari e i dirigenti che operano all’interno delle associazioni sportive, incentivando una gestione più professionale e strutturata.
NON E’ TUTTO SCONTATO. Per fare in modo che il presidente di un’associazione possa beneficiare della limitazione della responsabilità patrimoniale esistono dei paletti molto precisi da rispettare: l’ASD o SSD deve essere regolarmente iscritta al RASD; gli organi direttivi devono adottare una gestione economica trasparente e conforme alle normative vigenti; non devono registrarsi condotte fraudolente, dolo o colpa grave nella gestione dell’ente; lo statuto dell’associazione deve prevedere espressamente la separazione del patrimonio sociale da quello personale degli amministratori.
Questa riforma offre un’importante garanzia per i presidenti e i membri del consiglio direttivo, riducendo il rischio di dover rispondere personalmente per le difficoltà finanziarie dell’associazione.
Tuttavia, per evitare eventuali contestazioni, è fondamentale che le ASD e le SSD adottino un’amministrazione trasparente e conforme alle regole stabilite dalla normativa vigente.
Un’adeguata pianificazione gestionale, il rispetto delle normative fiscali e contabili, nonché il supporto di professionisti del settore, possono contribuire a rendere le associazioni sportive più solide e sostenibili nel tempo.
RIFORMA E TUTELA PER CHI VUOLE INVESTIRE. La riforma dello sport segna un’importante evoluzione nel mondo delle associazioni sportive dilettantistiche, garantendo maggiore tutela per i dirigenti e incentivando una gestione più professionale.
La possibilità per il presidente di non rispondere con il proprio patrimonio, salvo casi specifici, rappresenta un incentivo per chi desidera impegnarsi nella promozione dello sport senza il timore di conseguenze economiche personali.
Tuttavia, per beneficiare di questa tutela, è essenziale che le associazioni rispettino rigorosamente le normative e adottino una gestione trasparente ed efficiente.