L'Amatori Catania 1963 ha preso la dolorosa decisione di ritirare la squadra seniores dal campionato di Serie B.
Questa scelta non è solo una battuta d'arresto per il club, ma un drammatico colpo per tutto il movimento rugbistico siciliano, minacciato dall'inadeguatezza delle infrastrutture e dall'indifferenza delle istituzioni locali.
Al centro di questa crisi vi è l'inagibilità del Campo Benito Paolone, un simbolo del glorioso passato dell'Amatori Catania, che oggi è purtroppo emblema del degrado e dell'abbandono.
Campo Benito Paolone: Simbolo di Gloria e Abbandono
Il Campo Benito Paolone non è solo un campo sportivo: è stato il cuore pulsante del rugby catanese, il teatro di infinite battaglie in cui l'Amatori ha scritto pagine leggendarie della sua storia.
Tuttavia, oggi questo storico impianto è ridotto a un luogo inospitale, lasciato al suo destino senza alcun intervento di manutenzione o miglioramento.
La mancanza di attenzione e di investimenti da parte delle istituzioni locali non ha solo privato l'Amatori di un luogo dove allenarsi, ma ha tolto alla città un simbolo sportivo e culturale di inestimabile valore.
È una vergogna per Catania e per tutto il movimento sportivo siciliano che un impianto come il Campo Paolone sia lasciato nel degrado più totale.
Questo campo rappresentava la casa del rugby catanese, un luogo di aggregazione, passione e sudore.
Oggi è invece un simbolo di trascuratezza che riflette il disinteresse verso uno sport che ha sempre lottato con orgoglio e dignità.
L'Amatori Catania: Una Storia di Orgoglio e Lotta
L'Amatori Catania è molto più di una semplice squadra di rugby.
È un pezzo di storia, un punto di riferimento per il rugby del Sud Italia.
Fondata nel 1963, la squadra ha portato avanti per decenni un progetto ambizioso e coraggioso, riuscendo a competere a livelli altissimi e a creare un movimento rugbistico in una terra dominata da altre discipline sportive.
Il ritiro dalla Serie B non è solo una rinuncia a una competizione sportiva: è una ferita profonda al cuore del rugby siciliano.
Il club ha sempre dimostrato una resilienza fuori dal comune, riuscendo a superare difficoltà economiche e logistiche per mantenere viva la passione per questo sport.
Tuttavia, l'inagibilità del Campo Paolone, unita alla carenza di risorse economiche e di giocatori, ha reso impossibile continuare questa battaglia.
Conseguenze Devastanti per il Rugby Siciliano
Il ritiro dell'Amatori Catania dalla Serie B è un segnale d'allarme che non può essere ignorato.
Le conseguenze vanno ben oltre il singolo club: l'intero movimento rugbistico siciliano è in pericolo.
La Sicilia, già carente di squadre seniores nei campionati nazionali, vede ora diminuire ulteriormente la sua rappresentanza, rischiando di spegnere ogni speranza per il futuro del rugby sull'isola.
Il settore giovanile dell'Amatori continua a lavorare con impegno e dedizione, guidato dall'infaticabile professor Trovato, ma senza un adeguato sostegno economico e infrastrutturale, il futuro è sempre più incerto.
È necessario un intervento immediato delle istituzioni per garantire la sopravvivenza del rugby in Sicilia e preservare un patrimonio che ha arricchito la comunità catanese per decenni.
Un Appello Urgente alle Istituzioni: Salvare il Rugby Catanese
Il ritiro dell'Amatori Catania è un grido d'allarme che non può essere lasciato inascoltato.
Le istituzioni devono agire subito, mettendo in atto interventi concreti per restituire al Campo Benito Paolone la dignità che merita e per supportare un club che ha fatto la storia del rugby siciliano.
Non si può lasciare che il sogno dell'Amatori Catania si spenga nell'indifferenza generale.
L'Amatori Catania merita di poter continuare a scrivere la sua storia. Merita un campo adeguato, risorse economiche e il rispetto che si deve a chi, per decenni, ha rappresentato con orgoglio la propria città sui campi di tutta Italia.
È il momento di agire, di investire nel futuro del rugby catanese e siciliano, per evitare che una storia di successo si trasformi in una storia di abbandono e declino.
Ma temiamo che siano chiacchiere perse per una città …persa!
