Il basket a Catania è la quarta federazione per numero di tesserati.
Si tratta di numeri significativi che dimostrano come in città persista grande passione per questo sport.
Passione che, purtroppo, non si è mai palesata in una formazione di vertice. Argomento questo che meriterebbe un capitolo a parte.
Parlando di storia del basket catanese, però, non si può certo tralasciare quanto fatto dal Cus Catania.
Una lunghissima storia fatta di tanti alti e di numerose ripartenze che, però, hanno sempre portato novità importanti.
Dopo la retrocessione della passata stagione il Cus Basket è ripartito dalla Serie C affidando la panchina al vice allenatore della passata stagione, Gabriele Giorgianni.
“Ho cominciato la mia esperienza al Cus lo scorso anno in serie B con il ruolo di vice allenatore. Ma in realtà alleno da quasi 20 anni in varie categorie sia maschili che femminili. Ho allenato in A2 femminile, in serie B, serie C e serie D, passando ovviamente per tutte le categorie giovanili”.
Ci racconta come è arrivata questa chiamata?
“Non c’è molto da dire. La società mi ha chiesto di fare il capo allenatore e non nego di esserne stato molto contento. C'è una nuova dirigenza e abbiamo formato un gruppo composto da ragazzi locali, insieme ad un giocatore argentino. Ma l’idea principale era quella di puntare su ragazzi nati e cresciuti all’interno del Cus”.
Possiamo fare un bilancio di questa prima parte di stagione?
“Attualmente siamo quinti in classifica, ma abbiamo fatto buoni risultati. Certo ogni tanto qualche inciampo c’è stato, però siamo quinti. L'atteggiamento è positivo. Il gruppo sta crescendo, anche perché si conoscono da diverso tempo. Però una cosa è conoscersi, un’altra è trovare l'amalgama e la chimica in campo. Sabato giocheremo l'ultima partita dell'anno al Palacus contro Svincolati Milazzo che in classifica occupano la nostra stessa posizione. Sarà un match importante per cercare di chiudere l'anno nel migliore dei modi”.
Se ci siete riusciti significa che oltre ai giocatori, avete scelto le persone.
“Assolutamente. Noi abbiamo fatto una scelta sulle persone. Le dico che abbiamo all'interno del nostro gruppo un giocatore che, come me, è medico, un fisioterapista, un ingegnere, altri ragazzi che lavorano e tre studenti di medicina. Diciamo che siamo in piena tradizione Cus Catania”.
Impossibile non farle questa domanda: come si gestisce un gruppo così variegato, soprattutto per gli allenamenti?
“E’ molto complicato da gestire, perché noi ci alleniamo praticamente ogni giorno, ma lo facciamo la sera. E ovviamente sacrifichiamo famiglia, amici e divertimento per questa che è soprattutto una passione. Però devo dire c'è ho riscontrato molta disponibilità anche da parte dei ragazzi, è un gruppo splendido. Nei fine settimana siamo sempre impegnati per le partite. Poi ci sono le trasferte, se è vero che questo campionato di Serie C comprende squadre siciliane e calabresi. Per tutti questi motivi è certamente un impegno importante”.
Non c’è dubbio. Impegnativo anche per il coach che, principalmente, è dirigente medico all’Asp di Catania nel dipartimento prevenzione e responsabile unità operativa semplice, coordinamento attività vaccinali metropolitane e provinciali.
“La priorità ovviamente è il lavoro, però cerco di mantenere comunque un atteggiamento professionale e professionistico anche nella pallacanestro. Per farlo devo sacrificare famiglia, amici e altri hobby. Tutto per questa grande passione, ma allenare è una cosa che mi piace e che mi da soddisfazione”.
Tornando al basket. Il suo primo amore cestistico è la Mens Sana Mascalucia, con cui peraltro il Cus ha aperto una collaborazione. Di che si tratta?
“Abbiamo allestito un settore giovanile veramente importante grazie alla collaborazione con la Mens Sana Mascalucia. In questo modo i ragazzi più giovani giocano in serie D a Mascalucia. Si tratta di un progetto ambizioso e nello stesso tempo stuzzicante".