Eppur si muove direbbe qualcuno. In quale senso, però, ancora non è chiaro.
Il riferimento, in questo caso, è al calciomercato di gennaio del Catania che, sembrerebbe, comincia a muovere i primi passi, almeno in uscita.
Inutile tornare sulle esigenze che avrebbe questa squadra, sulla serenità palesata da Toscano rispetto agli investimenti che ha intenzione di fare la società e su quelli che, a nostro parere, sono realmente i problemi del Catania.
Manteniamoci sui dati concreti. I primi comunicati della società inerenti al mercato riguardano le cessioni. Quattro, addirittura, in un giorno. Alcune di poco conto, una di un giocatore importante anche se fuori rosa.
Partiamo da questa. Tommaso Silvestri dice addio e si accasa alla Triestina.
Adamonis, come era ampiamente previsto dato che non ha certo lasciato il segno, va via da Catania per andare al SudTirol. Altro movimento riguarda il prestito del giovane portiere Tirelli: dal Siena fa qualche chilometro, sempre in Toscana, e va a giocare nel Livorno.
Altra cessione, sempre in prestito, è quella di un altro giovane, l’attaccate Popovic. Da qualche tempo era dato per certo al Paternò, ma invece vestirà la maglia della Puteolana. In realtà, ci dicono da Paternò, di Popovic le due società avevano parlato in estate, ma niente più. Verosimilmente queste saranno solo le prime di una serie di numerose cessioni. E non mancheranno quelle eccellenti.
E in entrata? In entrata per il momento nulla di ufficiale, anche se sembra fatta per l’ingaggio dal Catanzaro del portiere Andrea Dini. L’ex giocatore del Trapani è estremo difensore di esperienza che potrebbe garantire sicurezza in attesa del ritorno in campo di Bethers.
L’ingaggio di un portiere andrebbe a colmare una delle lacune evidenziate dal Catania. Poi, senza girarci intorno, servono assolutamente un difensore centrale e qualcosa in attacco. In realtà dopo la partita persa a Benevento, per buona parte della tifoseria rossazzurra servirebbe l’ennesima rivoluzione. Ma il Catania non deve commettere lo stesso errore della passata stagione. Sarebbe inutile rivoluzionare totalmente la rosa, sobbarcandosi altri contratti e altri ingaggi.
Bisogna puntellare, cercando poi, magari, di agire sulla testa di quelli che sono rimasti. Perché il problema del Catania è anche e soprattutto questo. In due anni sono arrivati ottimi giocatori: ma purtroppo non rendono, salvo poi ritrovarsi in altre piazze.
Gli amanti della fantascienza potrebbero ribattezzarlo come “Il mistero di Catania” e magari vendere questa serie tv a Netflix o Amazon Prime. Scherzi a parte. Sarà la pressione, sarà l’importanza della piazza, sarà il “troppo ambiente”, sarà che la città distrae e che la società non è poi così vigile, ma è evidente che qualcosa accade.
A Catania anche i migliori giocatori non rendono come dovrebbero. Non è un segreto e non è nemmeno una coincidenza. E’ un dato di fatto e, dunque, un problema che andrebbe studiato, sviluppato, gestito e, soprattutto, risolto.
Bisogna agire dalla base delle problematiche. Mettere pezze su pezze, lo dice la storia degli ultimi mesi, è assolutamente inutile.
O si estirpa la cancrena o ci si ritroverà sempre a discutere delle stesse cose, a rimuginare sui soliti problemi, ma soprattutto non si vincerà mai.
E a Catania questo non te lo puoi permettere.