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Il Catania alla ricerca dell'imponderabile dopo errori, addii, ritorni e rimonte

29-04-2025 06:00

Alessandro Fragalà

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Il Catania alla ricerca dell'imponderabile dopo errori, addii, ritorni e rimonte

Rossazzurri quinti dopo la stagione regolare si apprestano a giocare i playoff con la speranza di raggiungere un obiettivo razionalmente difficile

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Una delle caratteristiche principali dei catanesi è il sapersi accontentare, frutto di quella particolare arte del sapere “fare di necessità virtù” tramandata di generazione in generazione. 

 

Chi sia qualcosa di positivo o di negativo è difficile dirlo. Ma c’è.

 

Il catanese prova sempre a cercare il lato positivo delle cose: in tutto ciò che gli pone dinanzi la vita, dalle cose più importanti fino a quelle più ludiche come il calcio. 

 

Ecco come a Catania un quinto posto in classifica al termine del campionato di Serie C, riesce a diventare un risultato positivo, quasi da festeggiare ed accolto da trionfalismo mediatico sinceramente un po' imbarazzante. 

 

Non è stato raggiunto l’obiettivo che si era prefissato inizialmente. Ma si è raggiunto, verosimilmente, il massimo risultato ottenibile dopo un campionato fatto di errori, macroscopici e più societari che addebitabili alla squadra; di tanti, troppi bassi e di quegli alti, soprattutto nel rendimento esterno nel girone di ritorno, che hanno permesso di salvare il salvabile.

 

Cioè di preservare viva la speranza. 

 

La classifica finale della Serie C dice che il Catania ha chiuso quinto con 53 punti (54 sul campo senza il punto di penalizzazione), a 22 lunghezze di distanza dalla vincitrice, l’Avellino che ha conseguito 75 punti, a 14 dalla seconda classificata, il Cerignola che ha terminato a 67, ed a 4 dalla terza, il Monopoli che, invece, ha terminato la stagione a quota 57.

 

Non serve il pallottoliere per capire che la distanza dalla prima e anche dalla seconda, rappresentano il fallimento totale dell’obiettivo iniziale, ovvero quello di vincere il campionato o almeno di competere al vertice fino alla fine. 

 

La distanza, minima, dal terzo posto (che avrebbe permesso di saltare i primi due turni di playoff) invece deve far riflettere, e non poco, su quanto si è perso per strada durante la stagione.

 

Se è vero che il numero spropositato ed anomalo di infortuni ha condizionato buona parte della stagione, è anche vero che alcune partite sono state perse o non sono state vinte senza alcuna motivazione logica.

 

Le spiegazioni o i suoi tentativi sono numerosi, alcuni realistici, altri, forse, fantascientifici. 

 

Ci sono quelli ponderabili e quelli imponderabili. Nel catalogo dei secondi va certamente inserita l’assenza prolungata del direttore sportivo Daniele Faggiano che, nonostante non abbia mai instaurato un feeling speciale con Vincenzo Grella, ha portato a Catania moltissimi giocatori che, evidentemente, hanno "sofferto" la sua mancanza. 

 

Una mancanza che si è conclusa all’inizio del mese di marzo, in concomitanza con l’addio, annunciato giorno 11 marzo ma consumato prima, di Francesco Lodi. 

 

Dall’8 marzo, giorno della partita di Latina, il Catania ha disputato 7 partite (in due giornate riposo forzato per l’esclusione di Taranto e Turris), ne ha vinte 5, pareggiata 1 in casa contro il Crotone e persa 1, sempre in casa, contro la capolista Avellino (in entrambe avrebbe meritato certamente qualcosa in più). 

 

Possono le singole persone condizionare l’andamento di un’intera squadra e/o degli equilibri di spogliatoio decisivi per i risultati?  

 

I numeri dicono di si. Con il tempo, magari, verrà svelato ufficialmente cosa accadeva, perché cavalcando le voci (alcune a dir il vero più che sensate) si rischiano giudizi iniqui senza il doveroso contradditorio.

 

E’ giusto limitarsi ai dati ed ai numeri che, però, parlano chiaro: dopo l’addio di Lodi e il ritorno di Faggiano, il Catania ha cambiato marcia. 

 

In questo senso, comunque vadano i playoff, appare davvero inopinato presumere di cominciare una nuova stagione senza Daniele Faggiano al timone. 

 

Posto ciò, il Catania quinto in classifica ha conquistato la posizione migliore tra quelle che, se vogliono ambire alla promozione, sono costrette a giocare tutti i turni di playoff (2 del girone a gara secca, 4 nazionali con gara di andata e ritorno, per un totale di ben 10 partite in racchiuse in poco più di un mese). 

 

Cambia poco, al momento, rimuginare sul fatto che con qualche sbavatura ed errori societari in meno, avrebbe potuto, serenamente, raggiungere almeno il terzo posto. 

 

Adesso, e torniamo all’avvio, conta che dalla decima posizione che occupava qualche mese fa, il Catania è risalito al quinto posto. 

 

Un piazzamento che permette di giocare in casa e con due risultati su tre i primi due turni di playoff: il 4 maggio al Massimino contro il Giugliano (decimo in classifica) e, in caso di superamento del turno, il 7 maggio (sempre al Massimino) probabilmente contro il Benevento se quest'ultimo dovesse superare la Juventus NG. 

 

Nel secondo turno, infatti, entrano in scena le quarte classificate: nel caso in cui Catania e Benevento dovessero superare Giugliano e Juventus, il Crotone prenderebbe la vincente di Potenza-Picerno, mentre Catania e Benevento si affronterebbero al Massimino. 

 

In caso di affermazione di una tra le peggio piazzate, il Crotone andrebbe a prendere al secondo turno quella peggio classificata. Per fare un esempio: se la Juve NG battesse il Benevento, il Crotone affronterebbe i bianconeri e il Catania la vincente tra Potenza e Picerno. 

 

Ma i turni vanno affrontati e superati un passo alla volta a cominciare dal primo, tutt’altro che agevole contro il Giugliano. 

 

Il quinto posto, comunque, fornisce certamente una carta in più (frutto delle partite in casa e della possibilità di pareggiarle) per accedere alla fase nazionale dove si gioca in gare di andate e ritorno. 

 

Nel primo turno nazionale entreranno in gioco le terze classificate e il Rimini vincitore della Coppa Italia. 

 

Queste 4 quadre saranno teste di serie insieme ad altre due che si affronteranno (per essere testa di serie il Catania dovrebbe sperare nella sconfitta al secondo turno del girone di tutte le quarte classificate e poi si dovrebbero valutare i punti raccolti dalle quinte degli altri gironi, dove però si sono giocate tutte le partite rispetto a quello meridionale mozzato dall’esclusione di Taranto e Turris). 

 

Ipotesi fantascientifica questa. Più verosimilmente in caso di superamento dei primi due turni, si dovrebbe immaginare per il Catania una sfida contro una tra Feralpisalò, Torres, Monopoli o Rimini.

 

In questo caso però a parità di gol sarebbero le altre a superare il turno.

 

Meglio fermarsi, perché prima è il caso di procedere step by step, turno per turno.

 

La razionalità ci suggerisce trattarsi di sfida assai complicata (anche per la forza delle avversarie degli altri gironi), l’imponderabile, invece, ci permette di sperare e di non escludere nulla. 

 

Anche e soprattutto l'inaspettato più gradito.