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Dal trionfo al tonfo in 2 minuti: a Benevento il Catania perde l'ennesima occasione per cambiare marcia

06-01-2025 06:00

Alessandro Fragalà

Calcio, Cronaca, Focus,

Dal trionfo al tonfo in 2 minuti: a Benevento il Catania perde l'ennesima occasione per cambiare marcia

Contro la capolista rossazzurri in vantaggio fino al settantesimo, poi due gol in due minuti dei campani decretano l'ennesima sconfitta stagionale

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Quando non puoi vincere, devi riuscire a non perdere. E’ una frase che Mimmo Toscano ha ripetuto più volte e a cui crede ciecamente. Un’affermazione che potrebbe calzare anche per commentare la partita tra Benevento e Catania, solo che, riflettendoci bene, il Catania in casa della capolista non solo non doveva perdere, ma poteva e doveva vincere

 

Lo avevamo detto anticipando i temi della gara: sulla carta tutto andava contro il Catania, ma il calcio, non essendo una scienza esatta, può ribaltare qualsiasi pronostico. Così è stato, almeno per una settantina di minuti. Poi la stanchezza, il calo di condizione, i cambi e il vuoto. 

 

Tutto nello spazio di due minuti. 

 

I profani si chiederanno: possono due minuti cambiare l’esito di una partita di calcio? Assolutamente si, la storia insegna che ne bastano anche meno. Così è stato anche a Benevento. 

 

Il Catania che sta plasmando Mimmo Toscano è una macchina, in certi casi perfetta, ma purtroppo non regge novanta minuti. Non li regge: è un dato di fatto. Una macchina capace di reagire al vantaggio dei padroni di casa, capace di pareggiare e di portarsi in vantaggio perché in squadra ha giocatori del calibro di Inglese e Jimenez: gente che oggettivamente con la Serie C non ha nulla a che fare. 

 

Gaetano Auteri (altro bestseller di categoria) lo aveva detto prima della gara: la decideranno i cambi. Evidentemente lo sapeva. 

 

I cambi del Benevento hanno fatto la differenza, i cambi del Catania l'hanno fatta al contrario. 

 

Senza puntare il dito su qualcuno in particolare: c’è chi non giocava da moltissimo tempo e chi, invece, non è all’altezza. Ed così che una partita imbastita benissimo, in cui hai tutte le carte in regola per vincere, si trasforma nell’ennesima sconfitta. 

 

Si parla tanto di crocevia. 

 

Per 70 minuti il Catania aveva imboccato la strada giusta, quella che, verosimilmente, avrebbe permesso ai rossazzurri di cominciare un altro campionato. Una vittoria, infatti, avrebbe accorciato a 6 le lunghezze dal Benevento, avrebbe permesso al Monopoli di conquistare la vetta e avrebbe certamente portato una ventata di fresco ottimismo in casa Catania. 

 

E invece no. I cambi di Toscano non entrano in partita, la difesa spegne la luce per qualche minuto e quello che poteva essere un trionfo diventa un tonfo. 

 

Un tonfo dolorosissimo, se è vero che da 6 i punti di svantaggio dalla capolista (notevolmente rinsaldata dal punto di vista psicologico) diventano 12. Tanti, evidentemente troppi, come troppi sono i punti persi per strada dal Catania per svariati motivi che, però ritornano tutti ad un principio. 

 

Una rosa incompleta in virtù di quanto accaduto in estate, con alcuni giocatori che (come succede spesso a Catania) hanno perso piglio e smalto che avevano in altre piazze. Uno di quei misteri che, poi, scavando a fondo tanto misterioso non è. 

 

Peccato. Peccato soprattutto per quei meravigliosi 850 che hanno raggiunto Benevento. Un numero di tifosi in una gara esterna che definire da Serie A è assolutamente riduttivo. Ma questa non è una novità. Come non è una novità che gli sforzi e i sacrifici di questi ragazzi, di queste famiglie, per un verso o per un altro, non vengono quasi mai ripagati. 

 

Adesso comincerà il valzer del mercato, arriveranno altri giocatori e altri ancora andranno via senza aver lasciato traccia. Nessuno, però, si rende conto che, forse, è arrivato il momento di cambiare altro. 

 

Si perché non può essere più una coincidenza che giocatori che altrove dimostrano di essere forti a Catania diventino dei brocchi, salvo poi rilanciarsi e, perdonate la blasfemia, risuscitare altrove. Non può essere solo  una coincidenza che allenatori vincenti a Catania perdano la lucidità. 

 

E' evidente che il problema sta in chi li gestisce, in chi gestisce la società e tutto quello che c'è intorno alla squadra, compresa l'organizzazione e la gestione degli allenamenti, la gestione degli infortuni e dei recuperi. 

 

Forse è arrivato il momento di cambiare, ma nella terra del Gattopardo, che il Catania incarna perfettetamente, è solo utopia.